Il premier Draghi ha parlato a Washington durante una conferenza stampa, asserendo la necessità di un tavolo per le trattative.
La pace sembra ormai un’utopia irraggiungibile. Vladimir Putin, pur avendo parlato in modo estremamente sommesso durante il suo discorso per la ‘Giornata della Vittoria’, non sembra essere intenzionato ad avviare alcuna trattativa, nel breve. Volodymyr Zelensky, d’altro canto, non è disposto a cedere alcun territorio per garantire un cessate il fuoco nel territorio ucraino. Da ciò, sembra che la guerra possa andare avanti ancora per un po’, almeno finché le carte in tavola non cambiano. Il premier Draghi, però, continua a ribadire la necessità di lottare per la pace. Queste le sue parole, durante la conferenza stampa tenutasi a Washington nella giornata odierna.
Le dichiarazioni del premier italiano
Sullo stato attuale della guerra, Draghi ha dichiarato quanto segue. “Siamo d’accordo sul sostegno all’Ucraina e sulle pressioni su Mosca, ma occorre anche chiedersi come si costruisce la pace. Inizialmente era una guerra in cui si pensava ci fossero un Golia e un Davide. Oggi non c’è più un Golia“. Una netta presa di posizione, volta ad evidenziare la situazione di isolamento della Russia, che combatte non solo contro l’Ucraina, ma contro tutta la Nato.
Riguardo la necessità di arrivare ad una pace nel più breve tempo possibile, il premier italiano si fa delle domande significative. “Quali obiettivi ci si propone da entrambe le parti? Che tipo di pace si vuole? Prima ancora di arrivare a questo punto, c’è uno sforzo che occorre fare e che devono fare in particolare Russia e Stati Uniti: bisogna sedersi ad un tavolo, ci vuole un tavolo con tutti e l’Ucraina è l’attore principale. Bisogna togliere il sospetto che si arrivi ad una pace imposta che fa comodo agli Usa, agli europei e ai russi ma non è accettabile dagli ucraini. Questa è una ricetta per arrivare al disastro perché a quel punto la pace non sarà credibile e verrà tradita ogni momento“.